“Vorrei chiedere a Grillo di spiegarmi l’affermazione contenuta sul suo blog ‘In Italia chi viene eletto diventa subito una star’, a me pare che anche chi non è eletto lo diventi, anzi di più ancora, un predicatore!”.
‘Antipolitica’ è un termine recente che individua una politica cattiva, contrapposta ad una politica giusta che ormai, almeno nelle parole di Grillo, sembra non esistere più.
A mio avviso l’antipolitica ha due facce, l’astensionismo ed il grillismo. Entrambi egualmente pericolosi. Il primo perché si chiama passivamente fuori dalle logiche della politica, il secondo perché vuole affermare una politica intesa come semplicistica gestione delle cose, come banale amministrazione della res publica.
Grillo ironizza sulla circostanza che chiunque diventi un politico, qualsiasi fosse la precedente occupazione, si occupa di questioni elevate come il concetto di democrazia ed il principio di rappresentanza.
Un mero esecutore del programma concordato con i cittadini, questo è il prototipo del grillismo.
Peccato che la realizzazione di qualsiasi programma, possa avvenire in più modi, impossibile da individuare analiticamente a priori.
Peccato che Grillo semplifichi la realtà arrivando ad un logica che vede da un lato i cittadini truffati dai politici e dall’altro un soggetto indeterminato che deve rispondere in toto delle proprie colpe.
Una logica che vede da una parte amici e dall’altra nemici, tutti portatori di interessi legittimi parziali e contrapposti.
“Ha ragione quando suggerisce che la (anti)politica sia un’arte più nobile ma siamo certi che chi si affida al ‘vuoto” del web possa esserne supremo interprete?”
In allegato il comunicato in pdf
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